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testata scuola

Cortometraggio

da www.infooggi.it

LAMEZIA TERME 24 GIUGNO - “Abbracciami invece” è il cortometraggio che gli studenti dell’Istituto Superiore Polo Tecnologico di Lamezia Terme hanno realizzato, guidati dal regista lametino Francesco Pileggi,  nell’ambito dell’istituto e su un tratto della spiaggia di Ginepri di Lamezia Terme. Presentato ad un vasto pubblico nel cortile dell’istituto, il corto “Abbracciami invece”,  che fa seguito al   precedente lavoro  “ Siamo tutti un po’ rromani” ,  vincitore del primo premio al Festival Internazionale di Montecatini,  racconta in 25 minuti una storia improntata su  tematiche , in genere poco seguite dalla scuola, come  la sessualità, l’omofobia, il rapporto genitori figli, la solidarietà verso chi è discriminato. « Il titolo “ Abbracciami invece”  - ha spiegato il regista Pileggi alla stampa  prima della proiezione del film -  indica una forma  di richiesta d’aiuto  da parte dei ragazzi che vivono  in difficoltà ma può essere intesa anche come una richiesta da parte dei genitori quando sorgono incomprensioni con i figli e non  riescono  a trovare un punto di intesa.


Ma, considerato il fatto che esiste l’amore di fondo tra genitori e figli, basterebbe uno sforzo per superare ogni ostacolo». La singolare tematica del film , basata sulla ricerca di se stessi,  della propria  espressione individuale,  che spesso non coincide  con quella  concepita dai genitori, è stata scelta dai ragazzi e palesata al regista nel momento in cui è stato chiesto loro l’argomento da affrontare nel mediometraggio.  Il rispetto della sfera personale  e della libertà dei ragazzi è molto importante come avviene in Germania dove Francesco Pileggi ha lavorato anche con bambini e dove ha riscontrato  una differenza di atteggiamento degli adulti nei confronti dei ragazzi. « In Germania – ha precisato il regista  -  non puoi interferire con la volontà dei ragazzi di vestirsi, per esempio,  in un certo modo , ma devi rispettare l’ individualità di ognuno. Non che lì la vita  sia facile, e né voglio dire che la Germania è migliore dell’Italia ma  solamemente che lì vige   il massimo rispetto verso le istituzioni e  anche verso gli insegnanti». 

Il film, realizzato  in seno al laboratorio “ Cine Teatro Labo” e finalizzato  all’inclusione, ha visto la partecipazione non solo degli studenti normali, ma anche di quelli con disabilità, con autismo e perfino di  alcuni che sono andati via dalla scuola lo scorso anno  consolidando il senso della  socializzazione e della solidarietà. Durante il lavoro cinematografico  ogni differenza, se così si può chiamare, è scomparsa, e tutti gli attori in erba hanno interpretato il proprio ruolo quasi da professionisti e con molto entusiasmo insieme ad alcuni docenti. All’inizio qualcuno era esitante a cimentarsi nel film come Ivan Marsico il quale ha dichiarato:«Inizialmente  volevo fare solo la comparsa ma, dopo aver fatto i provini, ho accettato uno dei ruoli più importanti che mi hanno assegnato, quello del cattivo che perseguitava i compagni o li prendeva in giro.  

 La mia parte è durata parecchio, infatti  sono presente in varie riprese anche difficili da realizzarsi a causa del  caldo o dell’ inclemenza del clima , ma è stato divertente dall’inizio alla fine». Soddisfatta la dirigente scolastica Patrizia Costanzo per la realizzazione del  cortometraggio imperniato su argomenti delicati , come l’omofobia, di cui non si parla nelle aule scolastiche.  «Ma è una tematica – ha sostenuto - ormai  sdoganata, se ne parla in Tv, e anche se poteva diventare pesante, il regista Francesco Pileggi  è stato tanto bravo da trattarla con una delicatezza unica da renderla leggera e coinvolgente. È una storia che lancia  un messaggio che è quello di creare un  ponte di comprensione  tra genitori e figli perché a volte anche i genitori giovani non accettano  una realtà  diversa dalla loro. La tematica di quest’anno - ha continuato – nasce dalle idee, dalle emozioni dei ragazzi  che Francesco Pileggi ha saputo   trasformare e trasferire in questo  film. Speriamo di poter continuare in futuro e speriamo che chi verrà dopo di me, giacché sono agli sgoccioli della carriera, non butti via un patrimonio così importante per i ragazzi.

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